Il lavoro in solitario può generare uno stato di insicurezza e stress, che può aumentare, a secondo del soggetto, la possibilità di infortuni
Quando parliamo di lavoro in solitario (o isolato), facciamo riferimento ad una persona che svolge la sua attività senza una sorveglianza o la presenza ravvicinata di altri soggetti.
Questa condizione non deve essere necessariamente costante nel tempo, può accadere infatti che un lavoratore riceva un compito che deve essere svolto autonomamente, per un periodo più o meno breve. Oppure, può accadere che il lavoratore, per cause esterne (il rimanere oltre il normale orario di lavoro) si ritrovi a svolgere determinate operazioni in solitudine.
Il D.Lgs. n. 81/2008 ha fatto diversi accenni per quanto riguarda i lavori a rischio nei quali è richiesta la presenza di almeno due lavoratori, ma non è prevista una regolare casistica ad hoc.
È importante identificare le attività critiche che possono richiedere la presenza di almeno due persone e quindi confermare le cautele che devono essere associate alla compresenza di più lavoratori.
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La valutazione dei rischi
Il Testo unico sulla sicurezza richiede al datore di lavoro di valutare tutti i rischi ai quali sono esposti i lavoratori per adottare le misure di prevenzione e di protezione necessarie per controllarli.
Per una valutazione completa, quindi, è necessario integrare con i rischi specifici della mansione svolta gli elementi derivanti dall’essere solitari, cioè di non poter comunicare o intervenire senza l’aiuto fisico immediato e diretto in qualsiasi circostanza.
La formazione
Quando vengono individuati i pericoli, i rischi e i provvedimenti migliorativi all’interno di una determinata attività, deve essere integrato anche il Documento di Valutazione dei Rischi – DVR, attuando le procedure di formazione idonee a trasmettere le regole comportamentali del lavoro solitario in sicurezza.
La formazione che deve essere fornita al lavoratore deve essere orientata a sviluppare consapevolezza nell’autonomia, anche come fattore di riduzione dello stress e panico nelle situazioni non usuali.
Come prevenire e ridurre i rischi nel lavoro in solitario?
Se il rischio per i lavoratori solitari diventa o rimane elevato nonostante le misure di prevenzione e di protezione è bene rivalutare l’organizzazione delle attività ed eventualmente rinunciare al lavoro singolo. Senza supervisione o collaborazione non dovrebbero essere effettuati i lavori:
- ad alto rischio, per i quali è opportuna la presenza di un supervisore o di un addetto di pronto intervento;
- i lavori in prossimità di conduttori con apparecchiature in tensione, lavori edili o agricoli a rischio;
- le attività dove sono presenti materiali o sostanze che possono determinare pericoli per la salute e la sicurezza;
- i lavori in altezza o gli scavi in profondità.
Infine, è necessario ricordare che all’interno dei percorsi formativi dei lavoratori “isolati” devono essere inseriti gli argomenti che riguardano i rischi che i medesimi possono incontreranno nello svolgimento delle proprie attività, esattamente come è necessario fare per qualunque altro fattore di rischio.
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