La corretta manipolazione dei farmaci antiblastici e chemioterapici
I farmaci chemioterapici e antiblastici (Ca) svolgono la loro funzione inibendo la crescita delle cellule tumorali agendo anche su tutte le cellule in divisione e, perciò, possono avere un certo grado di mutagenicità e cancerogenicità.
Come tutti i farmaci, non sono soggetti alla regolamentazione europea sulla classificazione e sull’etichettatura delle sostanze e delle miscele pericolose. Pertanto, non rientrano nel campo di applicazione del Titolo IX, del d.lgs. 81/2008 (Sostanze pericolose). Ciò non esonera il datore di lavoro dal dover effettuare la valutazione dei rischi connessi all’utilizzo di queste sostanze e tutelare i lavoratori ai sensi del titolo I del d.lgs 81/2008 stesso.
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I lavoratori potenzialmente esposti
I rischi legati ai farmaci Ca sono molteplici e sono presenti in varie fasi e attività, come ad esempio:
- Laboratori di ricerca;
- Trasporto e stoccaggio nelle farmacie e nelle strutture ospedaliere;
- Preparazione;
- Somministrazione;
- Trattamenti di pulizia dei piani di lavoro e delle cappe e di eventuali sversamenti.
I rischi, quindi, non riguardano solo i lavoratori che li preparano e li manipolano abitualmente, ma riguardano anche i lavoratori che li manipolano solo occasionalmente, come nelle fasi di pulizia e smaltimento.
Manipolazione e somministrazione dei farmaci antiblastici
Nella manipolazione dei farmaci Ca le operazioni più rischiose sono quelle che possono comportare la formazione di vapori e/o aerosol e/o la diffusione del preparato sotto forma di gocce.
Ad esempio:
- apertura della fiala del farmaco;
- manovra di riempimento della siringa;
- espulsione dell’aria dalla siringa durante il dosaggio del farmaco;
- rimozione dell’ago dai flaconcini dei farmaci;
- trasferimento del farmaco nel flacone per fleboclisi.
Smaltimento dei farmaci
Le operazioni di smaltimento e del materiale utilizzato per la loro preparazione (guanti, camici, siringhe, ecc.) costituiscono ulteriori fasi di possibile contaminazione non solo per i medici e gli infermieri ma anche per il personale addetto ai servizi generali.
Pertanto, la valutazione del rischio, la redazione delle procedure e l’utilizzo di DPI devono tenere in debito conto tutte queste attività anche attraverso l’utilizzo di procedure operative controllate.
Stima dell’esposizione professionale
La via di esposizione più importante è quella cutanea, mentre quella inalatoria assume una valenza decisamente inferiore, altre vie di penetrazione nell’organismo, come ad esempio la via oculare, dovuta a spruzzi, e la via digestiva, dovuta ad ingestione di cibi contaminati, sono occasionali e dovute ad incidenti. Vista la pericolosità dei farmaci chemioterapici ed antiblastici, è necessario che l’esposizione professionale a tali sostanze sia mantenuta entro i livelli più bassi possibile.
Effetti sulla salute dei farmaci antiblastici
I possibili effetti sulla salute rilevati in operatori professionalmente esposti ai farmaci antiblastici possono essere diversi:
- acuti: irritazioni, reazioni allergiche, asma bronchiale, ecc.
- cardiovascolari: effetti avversi da esposizione cronica come ipotensione arteriosa, aritmie, cardiomiopatie:
- sul sistema riproduttivo: rischio di malformazioni congenite, aborto, calo della fertilità;
- aumento di aberrazioni cromosomiche nei linfociti negli addetti alla preparazione e/o somministrazione.
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