Dal rischio di investimento nei porti alle cadute dall’alto
Gli infortuni in ambito portuale, sia gravi che mortali, sono rappresentati per lo più dagli investimenti, che avvengono quando si verifica l’interazione tra mezzo, attrezzatura e uomo. Seguono poi le cadute dall’alto di gravi e le cadute dall’alto o in profondità dell’infortunato. Tutti questi eventi mostrano come la presenza dell’uomo a piedi sia ancora necessaria anche nelle fasi lavorative dove si registra un ricorso a mezzi e procedimenti tecnici sempre più avanzati.
Gli eventi di infortunio avvenuti in ambito portuale sono stati di 7.443 casi, di cui 4.625 mortali, tutti avvenuti nel periodo 2002/2015 e sono disponibili nell’archivio Infor.Mo
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I dati relativi agli infortuni
I lavoratori che subiscono un infortunio sono principalmente facchini e addetti alla movimentazione merci e al magazzino (37,9%). Seguono poi, i conduttori di mezzi pesanti e camion (15,5%). L’analisi dei dati evidenzia la diversità dei soggetti coinvolti, una caratteristica dell’area portuale dove sono contemporaneamente presenti più attività lavorative e aziende con conseguente rischio di interferenze.
La natura delle lesioni all’interno dei porti
Riguardo la natura delle lesioni, la frattura, che compare al primo posto per il complesso degli eventi (39,7%), è prevalente negli infortuni gravi (24,1%) rispetto ai mortali (15,5%), seguita dagli schiacciamenti (32,8%) che sono predominanti, invece, tra gli eventi mortali (20,7%). Le fratture e gli schiacciamenti rappresentano dunque oltre il 70% delle lesioni; seguono poi le contusioni/distorsioni (8,6%) e le amputazioni (6,9%).
Gli investimenti avvengono per la quasi totalità durante le fasi di movimentazione:
- di merci varie (piazzale/banchina, banchina/piazzale/ nave) nel 40,1% dei casi;
- di containers (in piazzale/banchina, banchina/piazzale/ nave) nel 31,6% degli eventi;
- di autoveicoli o semirimorchi, incluso le fasi rizzaggio e derizzaggio (banchina/piazzale/nave) nel 21,1%”.
Fattori di rischio
L’analisi delle dinamiche infortunistiche mostra tra i fattori di rischio più ricorrenti le modalità operative dell’infortunato e di terzi (57,1%), seguite poi da problematiche rilevate nelle attrezzature e macchine impiegate nel ciclo lavorativo (16%), che spesso risultano essere non adeguatamente affrontate nella valutazione dei rischi.
L’analisi degli infortuni più frequenti, rappresentati dagli investimenti del personale avvenuti con mezzi di trasporto o sollevamento, mostra più fattori di rischio per evento infortunistico, a causa:
- delle modalità operative dell’infortunato e del lavoratore alla guida del mezzo;
- della criticità dei mezzi di trasporto e sollevamento;
- dell’organizzazione degli ambienti di lavoro, quale la viabilità.
In merito alla caduta dall’alto dei gravi, i fattori causali più influenti riguardano:
- le modalità operative dell’infortunato e di terzi, come la non corretta posizione dell’infortunato nell’area di movimentazione dei carichi;
- le criticità delle attrezzature di lavoro e in particolare l’inadeguatezza degli accessori di imbracatura;
- le errate modalità di stoccaggio delle merci all’interno dei magazzini portuali e delle stive navali.
Relativamente alla caduta dall’alto dell’infortunato, terza tipologia di incidente più frequente, i fattori più ricorrenti registrati nelle dinamiche infortunistiche si riferiscono principalmente:
- alle inadeguate modalità lavorative degli operatori;
- alle inadatte protezioni, soprattutto in riferimento ai parapetti a bordo nave, agli spazi insufficienti per il movimento, alla scarsa illuminazione, ecc.;
- al mancato utilizzo o alla non fornitura dei dispositivi di protezione individuale.
È fondamentale ricordare quindi che è necessario fornire ai lavoratori un’adeguata formazione e informazione, con lo scopo di definire soprattutto le procedure di lavoro che tengano conto anche del rischio interferenziale in situazione di interazione tra mezzi, personale a piedi e nave.
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