Amianto: tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita
Il D. Lgs. 81/08 definisce con il termine generico “amianto” alcuni minerali di origine naturale, sfruttati commercialmente, come il crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, antofillite e acainolite.
La bonifica dei siti contaminati da amianto rappresenta una delle problematiche più complesse nell’ambito degli interventi di recupero e di risanamento ambientale, pertanto risulta fondamentale la necessità di effettuare la valutazione del rischio amianto.
Per gestire il rischio amianto è importante considerare e rispettare:
- le norme specifiche di tutela della salute per ciò che concerne principalmente le procedure di valutazione del rischio, formazione degli addetti e bonifica;
- le disposizioni in materia di tutela dei lavoratori principalmente per il rispetto dei valori limite di esposizione ed iter autorizzativi;
- le prescrizioni in materia di tutela della qualità delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo), nonché per la corretta gestione dei rifiuti.
A tale proposito, il documento elaborato dall’Inail dal titolo “Bonifica da amianto: iter procedurali e figure professionali coinvolte. Istruzioni operative Inail per la tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita” è in grado di fornire le procedure da adottare per la bonifica di siti contaminati da amianto ed i compiti previsti normativamente per le figure professionali coinvolte.
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La gestione dei cantieri di bonifica amianto
Procedere con una bonifica da amianto significa affrontare varie fasi di un processo complesso, tra cui quelle preliminari che prevedono l’accertamento della presenza di amianto o Mca (materiali contenenti amianto) e l’effettuazione di una adeguata valutazione dei rischi. Le fasi preliminari richiedono particolare esperienza e una pianificazione strategica, come:
- l’esecuzione di rilievi on-site e raccolta documentale;
- la mappatura dei Mca;
- il censimento macchine/attrezzature;
- la valutazione dei rischi per singole aree e delle criticità ambientali complessive;
- la valutazione dei rischi connessi con eventuali altre attività lavorative ancora presenti on-site;
- la predisposizione ed analisi degli scenari di dismissione possibili e successivo ripristino ambientale.
L’acquisizione di tutte queste informazioni consente di realizzare un’efficace pianificazione delle attività lavorative, riducendo il più possibile eventuali interferenze tra esse.
La verifica delle difformità
Un altro aspetto importante riguarda la verifica del rispetto dell’adozione di comportamenti corretti da parte degli operatori, volta all’individuazione della causa specifica che ha generato difformità e/o difficoltà operative in campo.
Questa verifica consente di sviluppare e creare procedure di lavoro più idonee ed efficaci, oltre che sicure; in particolare la verifica deve avvenire attraverso un’analisi costruttiva di eventuali incidenti e quasi-incidenti.
Il primo obiettivo di queste verifiche deve essere dunque quello di rinforzo dei comportamenti positivi, mentre il secondo è quello di eliminare ogni deviazione dagli standard di sicurezza.
In definitiva, i dati e le informazioni raccolte sui quasi-incidenti e incidenti rappresentano una miniera di informazioni utili per identificare la causa basilare, l’individuazione dell’errore, ma anche analizzare l’intero processo che lo ha generato.
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