La prevenzione dei rischi per gli operatori sanitari
Lo svolgimento di attività di movimentazione manuale dei pazienti (MMP) soprattutto nelle case di cura o nei reparti di lunga degenza, come anche nelle RSA, in cui il paziente non è in grado di collaborare, espone gli operatori sanitari a rischio di lesioni che coinvolgono in maniera specifica la zona lombo-sacrale.
Il D.Lgs. 81/08 ricorda che è fondamentale agire per ridurre i rischi connessi a tali attività, in particolare, grazie ad una serie di iniziative, quali l’introduzione di procedure corrette e di ausili, l’adeguamento delle strutture, la sorveglianza sanitaria e la formazione degli addetti.
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Movimentazione manuale dei pazienti: addestramento
Le metodologie di trasferimento di un paziente possono variare in rapporto all’entità e alla tipologia della disabilità del paziente stesso, quest’ultimo può essere suddiviso in due categorie:
- collaborante, il paziente può sfruttare una residua capacità di movimento;
- non collaborante o scarsamente collaborante, il paziente non può aiutare il movimento né con gli arti superiori, né con gli arti inferiori.
In particolare, la prevenzione è possibile con l’istituzione di corsi di addestramento per il personale infermieristico (per apprendere le corrette modalità di sollevamento) e con l’utilizzo di specifiche attrezzature per il sollevamento dei pazienti.
Ad esempio:
- la traversa che permette di muovere il paziente nel letto senza avvicinarsi troppo, stando in ginocchio o in piedi;
- il trapezio che permette al paziente di collaborare durante gli spostamenti nel letto;
- la tavola di trasferimento che è usata per far scivolare il paziente da una superficie all’altra;
- il sollevatore meccanico che agisce sollevando il paziente sistemato in una robusta imbracatura.
La microergonomia e la riduzione del rischio da MMP
In questo contesto, un ulteriore supporto proviene dalla microergonomia, che riguarda la progettazione e la valutazione dell’interazione uomo-ambiente-prodotto all’interno di uno specifico contesto.
In particolare, applicata alla riduzione del rischio da MMP come in una grande azienda ospedaliera, è necessario:
- valutare il rischio in una specifica realtà assistenziale;
- identificare le criticità presenti;
- formulare piani di intervento mirati nel breve-medio e lungo termine;
- individuare le attrezzature necessarie.
L’approccio macroergonomico
La macroergonomia invece riguarda l’interazione tra organizzazione e uomo, ed è un approccio socio-tecnico al progetto organizzativo, ai sistemi di lavoro, ai rapporti uomo-macchina e uomo-ambiente.
Con la macroergonomia si pone al centro dei processi di cambiamento i soggetti, sottolineando l’importanza dell’interrelazione tra tecnologia e aspetti sociali, in particolare, in una grande azienda ospedaliera è necessario:
- istituire un team di interlocutori per la gestione del rischio da MMP (Direttore Sanitario, RSPP, Medico Competente, RLS, Responsabile ufficio, ecc.);
- programmare gli incontri del team a cadenze stabilite;
- conoscere i servizi e le strutture che si occupano del processo;
- comprendere le fasi da seguire nel tempo in relazione agli specifici;
- apprendere le modalità di comunicazione da mettere in atto.
In conclusione, gestendo il rischio specifico e con un team attivo è possibile organizzare meglio le risorse umane con ridotte capacità lavorative, recuperare professionalità, ridurre i giorni di assenza e gli infortuni, ridurre i costi e migliorare la qualità dell’assistenza.
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