I traumi, le lesioni e il fenomeno dell’annegamento rappresentano le condizioni di rischio più frequenti all’interno degli impianti sportivi come le piscine.
Molti ambienti di lavoro sono stati oggetto di studio e di analisi riguardo all’incidenza, alla tipologia e alle conseguenze di infortuni e malattie professionali, purtroppo non altrettanto si può dire per i rischi per la sicurezza e per la salute nelle piscine, considerati al contempo luoghi di lavoro e di vita.
Le piscine o gli impianti natatori rappresentano un ambiente di vita e di lavoro dove la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti si intrecciano nel contesto di attività ludiche, sportive e ricreative, che richiedono particolari attenzioni sia per il benessere collettivo e sia per la prevenzione dei rischi, al fine di garantire la sicurezza di tutti.
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I vari tipi di infortuni all’interno delle piscine
All’interno delle piscine, sia i frequentatori che il personale possono essere soggetti a vari tipi di infortuni, di lieve o forte entità, molto spesso, infatti, le cadute o gli scivolamenti sono tali da comportare:
- Lesioni dell’apparato scheletrico;
- Fratture del cranio e lacerazione del timpano;
- Fratture al tratto cervicale, dorsale, lombare, osso sacro e coccige;
- Rottura del bacino;
- Lesioni agli arti superiori (braccio, avambraccio, polso e mano);
- Fratture agli arti inferiori (femore, tibia, perone, piede);
- Lesioni dentarie;
- Lesioni muscolo-tendinee.
Il fenomeno dell’annegamento
Per quanto concerne l’annegamento, esso rappresenta un fenomeno a bassa incidenza ma ad elevata letalità; per quanto riguarda le cause principali sono da ricondurre alla mancata abilità del bagnante, al malore, alle cadute accidentali, alla pesca subacquea, alle cadute dalle imbarcazioni e alla mancata sorveglianza.
L’annegamento all’interno delle piscine costituisce il primo caso di morte nei bambini tra 1 e 4 anni nella regione europea. I bambini annegano in un lasso di tempo brevissimo, soprattutto perché li si lascia senza sorveglianza, proprio per questo motivo devono essere tenuti sott’occhio, quando giocano nell’acqua o a bordo piscina.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità maggiore attenzione deve essere posta anche ai tuffi in acqua, poiché può sembrare più profonda di quella che è in realtà. L’impatto della testa su di una superficie dura può comportare un trauma a livello del capo o della colonna vertebrale con il rischio di paralisi.
Per la prevenzione degli infortuni in piscina e quindi per la sicurezza dei bimbi, ma anche degli adulti, si raccomanda sempre di:
- Non nuotare mai a stomaco pieno;
- Non effettuare tuffi in acqua in caso di sudore eccessivo;
- Abituare gradualmente il corpo all’immersione;
- Non usare materassini o oggetti gonfiabili ausiliari del nuoto dove la piscina è più profonda;
- Fare attenzione all’intrappolamento dei capelli in corrispondenza delle uscite dell’acqua.
Requisiti di sicurezza e controlli
I titolari degli impianti sono responsabili dell’attuazione e del mantenimento delle condizioni di sicurezza, a garanzia dell’incolumità del pubblico, degli atleti e del personale addetto.
Tra i principali adempimenti che devono eseguire troviamo:
- L’analisi della valutazione del rischio;
- La predisposizione e redazione del piano di sicurezza e del piano di emergenza;
- La nomina del personale addetto alla sicurezza dell’impianto;
- La formazione e informazione degli addetti agli impianti;
- L’esecuzione e registrazione di controlli periodici del corretto funzionamento
Pertanto, il responsabile della piscina, ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche, deve redigere il Documento di valutazione dei rischi.
Ricordiamo infine che l’assistente bagnanti deve essere formato al primo soccorso, per poter assicurare l’assistenza negli orari di funzionamento dell’impianto.
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