Il sistema di sorveglianza delle malattie professionali nel comparto agricolo
Il settore dell’agricoltura rappresenta una realtà particolarmente complessa e variegata in cui coesistono modelli produttivi e realtà aziendali differenti tra loro; inoltre, è contraddistinto da lavoratori stagionali italiani e stranieri, talvolta irregolari e non sempre adeguatamente formati.
Oggi, nel settore agricolo, si possono individuare tra i fattori di rischio, oltre ai classici rischi da agenti chimici specifici, da rumore e vibrazioni, al corpo intero o al sistema mano-braccio, dagli agenti atmosferici e climatici, anche la movimentazione manuale di carichi, i movimenti ripetitivi, le posture incongrue, irritanti/allergeni di natura animale e vegetale, radiazioni solari ultraviolette, ecc.
Il documento “Le malattie professionali nel settore agricoltura elaborato dall’INAIL, sottolinea che per migliorare la prevenzione è necessario un salto di qualità per affermare e strutturare una cultura della prevenzione che sia capace di incidere in maniera determinante nelle azioni di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
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Le malattie professionali nell’agricoltura
Attraverso la banca dati statistica dell’Inail è possibile osservare come le denunce di malattia professionale, in tutti i settori, sono aumentate negli anni fino ad oltre 60.000 casi nel 2016, attestandosi intorno alle 59.000 nel 2018; tra questi il settore dell’agricoltura è passato dalle 11.500 denunce nel 2014 alle quasi 13.000 nel 2016, per poi stabilizzarsi poco sotto i 12.000 casi annui.
Le malattie riconosciute per il settore dell’agricoltura pesano in media, nel quinquennio 2014 – 2018, il 25,3%.
In particolare, il gruppo di patologie più rappresentate è quello delle muscoloscheletriche con oltre i 3/4 dei casi (78,4%), seguito dalle sordità con il 13,0% dei nessi.
Formazione e valutazione dei rischi nel settore dell’agricoltura
Gli elementi essenziali per effettuare il salto di qualità nel campo della sicurezza nel settore agricolo sono:
- una maggiore consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti nel sistema di prevenzione e sicurezza aziendale;
- lo sviluppo di un’innovazione attiva che consenta di realizzare nuovi vantaggi competitivi attraverso specifiche tecniche di produzione e adeguata organizzazione del lavoro.
Il salto di qualità deve riguardare non soltanto le grandi imprese agricole, ma allo stesso tempo deve essere rivolta anche alle organizzazioni più semplici o di tipo familiare, e quindi deve riguardare nella stessa misura l’intero settore.
Occorre, dunque, agire sia sulla consapevolezza degli imprenditori, quanto sulla formazione dei lavoratori che spesso presentano anche problemi di comprensione del linguaggio.
L’elemento basilare per determinare il salto di qualità in materia di sicurezza e prevenzione è la valutazione dei rischi, che permette al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e protezione e di pianificarne l’attuazione, il miglioramento ed il controllo, al fine di verificarne l’efficacia e l’efficienza nel proprio contesto aziendale.
In questo senso la redazione del DVR costituisce l’elemento cardine sul quale costruire il sistema di prevenzione aziendale, coinvolgendo tutte le figure e, in particolare, il medico competente per eliminare/ridurre sia gli infortuni sia l’esposizione ai fattori di rischio per le malattie professionali.
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